giovedì 18 dicembre 2014

Tacci SUA: la paggella (prima parte)

Mi scuso se vi sto trascurando, ma in questi giorni sono alle prese, come tanti altri colleghi italiani, con la SUA-RD (scheda unica annuale della ricerca dipartimentale). All'atto pratico, significa che devo entrare in interfacce che il nostro nuovo amico Michele Boldrin definirebbe (a ragione) "fascio-borboniche" (io preferisco un più sobrio: "enigmatiche") per fornire agli organi del Ministero informazioni che per lo più hanno già (perché gliele ho fornite, come ogni collega, attraverso il sistema U-GOV). Tralascio il fatto che sicuramente esiste una legge della Repubblica che vieta all'amministrazione di chiedere informazioni che siano già in suo possesso: eventualmente, se ne avete conoscenza, potete indicarmela nei commenti). Lo scopo finale di questo bell'esercizio dovrebbe essere quello di attribuire i fondi di ricerca secondo il "merito" (more on this later). Intanto, mentre il mastino di servizio arrossisce ascoltando il profluvio di orrende bestemmie che sgorgano spontanee dalla mia bocca nel dovermi sottoporre a questo simpatico passatempo, mando un pensiero affettuoso ai colleghi che all'interno del mio dipartimento stanno coordinando il lavoro (rovinandosi le vacanze di Natale), segnalo di non essere il solo a nutrire qualche perplessità, e, però, come sempre, vedo anche il bicchiere mezzo pieno: ad esempio, analizzando puntigliosamente i criteri del Ministero, mi sono accorto di avere più pubblicazioni di quanto credessi. Meglio così. Altro bicchiere mezzo pieno? Da associato non posso dirigere un dipartimento, il che mi risparmia una quantità di rogne abissale, alle quali in questo periodo aggiungerei senz'altro quella di promuovere una lettera come quella dei colleghi della Sapienza.

Gli aspetti fastidiosi della vicenda sono tanti, ma qui ve ne sottopongo uno solo: il fatto che i criteri di valutazione della ricerca cambiano continuamente nello spazio e nel tempo.

Ad esempio, i peerla del "Bagnai non pubblica in fascia A" (fatto, fra l'altro) non sanno che questo tipo di classificazione è diventato operativo da un paio di anni, ed è già stato sottoposto a infinite polemiche (vedi ROARS, passim) e a un paio di revisioni (in due anni). I tempi di produzione di un articolo scientifico sono lunghissimi. In questo momento, ad esempio, ho in terza lettura presso una rivista che nel frattempo è diventata di fascia A un articolo sottoposto tre anni e 26 giorni or sono. Non c'è fretta, ovviamente... Poi mi chiedete perché mi incazzo quando salta fuori il cretino che dice che un economista è l'esperto che saprà domani perché quello che prevedeva ieri non è successo oggi! Quello che prevedevamo quattro anni fa in quell'articolo (che ovviamente è stato pensato e scritto prima di essere mandato alla rivista) nel frattempo è successo, ma noi passeremo per degli ottimi previsori del passato, visto che questi sono i tempi di produzione della ricerca (per chi sa cosa sia la ricerca).

Capite quindi bene che vista questa inerzia, sarebbe importante muoversi con un sistema di riferimento stabile. "Indirizzare" la propria ricerca è come pilotare una superpetroliera, non come guidare un motorino: magari è meglio avere un'idea della rotta, e sperare che nessuno ti tagli la strada.

Invece no.

Posso dare per scontato che quando vorrò far domanda da ordinario, le regole saranno cambiate nuovamente (cioè il mio ministro mi avrà tagliato la strada), e quindi devo sparare alla cieca. Mi conviene aspettare quattro anni un articolo ultrafichissimo, o scrivere dieci articoli medi, o battermene totalmente il belino?

Non è dato saperlo.

Io, dal mio punto di vista, trovo molto divertente che il Weltwirtschaftliches Arkiv, sul quale avevo pubblicato nel 1999, sia diventato di fascia A solo dall'anno successivo, e per il solo fatto di aver affiancato al nome tedesco anche quello inglese di Review of World Economics (mantenendo stessi editor, stesso editore, stesso comitato scientifico: insomma: la stessa stessissima identica rivista, come del resto vedete dal suo sito, che vi fornisce gli articoli dal 1970 a oggi senza alcuna soluzione di continuità). Mi sono sempre riproposto di vedere quanti amici degli amici abbiano pubblicato su quella rivista, la cui qualità è rimasta identica (e molto alta), prima e dopo la data fatidica. Sono sicuro che ci faremmo due risate, ma oggi non ho tempo.

Prima della recente invenzione della fascia A, che criteri aveva chi avesse voluto indirizzare la propria ricerca verso una parvenza di qualità? Ma, direi principalmente l'impact factor, un criterio bibliometrico rozzo, ma universalmente noto. Considerando che in economia le riviste migliori sono quelle nelle quali devi scrivere che la disoccupazione non esiste (perché è il lavoratore che ha scelto di avere più leisure), il fatto che la ricerca venga misurata con un criterio del cazzo mi sembra un problema minore. Di conseguenza, prima dell'ultima VQR (valutazione della qualità della ricerca), mi ero regolato appunto così: cercando di pubblicare su riviste che fossero "impattate" (magari poco), pur consentendo la pubblicazione di lavori "eterodossi" (cioè nei quali si ammetta che qualche volta chi non lavora preferirebbe farlo)!

Scelta sensata, e ovviamente, direte voi, premiata dal sistema meritocratico, giusto?

E come no! Infatti, andando a spulciare nelle interfacce fascio-borboniche, che ti trovo? La mia pagella della precedente tornata di valutazione, quella riferita al periodo 2004-2010 (per inciso: la valutazione della ricerca andrebbe fatta su cicli triennali, ma 2010 meno 2004 non fa sette nemmeno un un mondo nel quale, come per i colleghi di ROARS, 2+2=5; d'altra parte, mi spiegate che minchia di senso ha fare valutazioni triennali se una rivista di fascia A ci mette più di tre anni a dirti se il tuo articolo è buono o fa schifo?).

E allora guardiamola insieme questa pagella. In teoria posso guardarla solo io: nemmeno il mio direttore di dipartimento può sapere quello che c'è scritto, tant'è vero che poi il Dipartimento, per decidere se sono bravo e assegnarmi dei fondi, deve procedere adottando, nella sua autonomia statutaria, dei criteri ulteriori (che non sono né quelli coi quali viene valutata la ricerca, né quelli coi quali vengono valutati i candidati ai concorsi: sì, insomma, se vi viene in mente il labirinto degli specchi di un luna park state andando vicini a una rappresentazione corretta del mondo nel quale viviamo noi umili servi nella vigna della Ricerca...).

Have a look!


Er Bagnai aveva due prodotti buoni e uno accettabile. Ma, dettaglio che fa la delizia dell'intenditore, dei due prodotti buoni uno era non impattato (quello su International Economics and Economic Policy), mentre quello "accettabile" (su Applied Economics) era impattato (se pure poco: 0.424). Notate bene che questa valutazione ovviamente non si sa chi l'abbia emessa, né in base a quali criteri, né si sapeva se questi criteri sarebbero rimasti stabili nel tempo (anzi: si sapeva di no, e infatti sono cambiati). Il dato però è che regolandomi come a quel tempo pareva fosse giusto fare, sono rimasto penalizzato (idem nella definizione di fascia A, per i motivi di cui sopra, ma lasciamo perdere).

Ed ecco perché, nell'accingermi a completare la ricerca della SUA, mi viene spontaneo alle labbra un "tacci sua...". Dove "tacci", per chi fosse diversamente europeo, è aferesi di mortacci: un affettuoso pensiero per gli antenati di chi mi tiene inchiodato al PC a occuparmi di minchiate, mentre ho tre referaggi da fare e un referaggio al quale rispondere su un articolo al quale, fra l'altro, tengo parecchio.

Comunque, ho giurato sulla bandiera (io), quindi procedo con le minchiate.

Se ci fate caso, questo era un post tecnico...



(ah, ovviamente l'articolo su Applied Economics si occupava di economia post-keynesiana - e quindi non piaceva agli "omodossi" - e lo faceva per dire ai post-keynesiani che sono dei pirla - e quindi non piaceva ai post-keynesiani. Non è un complotto! Sono io che preferisco perdere un amico che una buona risposta...)

14 commenti:

  1. Caro Prof. (associato)
    queste sue descrizioni dei meandri e degli anfratti della burocrazia universitaria sono davvero un chicco, che per noi avidi suoi seguaci rappresenta il migliore dei regali di Natale. Ovviamente insieme alla lettura dell'"Italia può farcela".
    Interessantissimo il meccanismo pluriennale di pubblicazione di un articolo da parte delle riviste accreditate: cosa aspettano gli editori di tali riviste, che l'elaborato lieviti piano piano, oppure che fermenti come i liquori ?
    Lei Prof. (associato) mi ricorda molto il SUPER CHIRURGO massese, Paolo Macchiarini. Che è stato il primo nel mondo ad effettuare i trapianti di trachea con il metodo delle cellule staminali. Insomma, un fuoriclasse della medicina.
    Che però in Italia non è riuscito neanche ad avere una cattedra all'università. Anzi, al secondo serio tentativo di ottenerla, peraltro con il beneplacito del governatore della Toscana Enrico Rossi, il superchirurgo fu messo agli arresti domiciliari, con accuse che è meglio lasciare all'opinione dei lettori di questo blog.
    Conclusione: viva i Macchiarini e i Bagnai fuoriclasse della medicina e dell'economia.
    Toscani illustri che hanno lottato e lottano tuttora contro il mostro della burocrazia universitaria italiana e toscana.
    Forza Prof. ce la facciamo !!!

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  2. ma la burocrazia con la produttività che c'azzecca?

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  3. L.212/2000 art.6 statuto del contribuente

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  4. Uhmm... stavo giusto dicendomi: "Bagnai è in vacanza, buon per lui". Sembrerebbe di no...



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  5. per quanto riguarda i dati già in possesso della pubblica amministrazione.

    Legge 7/8/1990 n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi).

    Art. 2, co 7: Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 17, i termini di cui ai commi 2, 3, 4 e 5 del presente articolo possono essere sospesi, per una sola volta e per un periodo non superiore a trenta giorni, per l’acquisizione di informazioni o di certificazioni relative a fatti, stati o qualità non attestati in documenti già in possesso dell’amministrazione stessa o non direttamente acquisibili presso altre pubbliche amministrazioni. Si applicano le disposizioni dell’articolo 14, comma 2.

    Art. 18, co. 2: 2. I documenti attestanti atti, fatti, qualità e stati soggettivi, necessari per l'istruttoria del procedimento, sono acquisiti d'ufficio quando sono in possesso dell'amministrazione procedente, ovvero sono detenuti, istituzionalmente, da altre pubbliche amministrazioni. L'amministrazione procedente può richiedere agli interessati i soli elementi necessari per la ricerca dei documenti. (Comma così sostituto dall'art. 3, comma 6-octies, D.L. 14 marzo 2005, n. 35, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione)


    D.P.R. 28/12/2000 n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa)

    Art. 43, co. 1. Le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi sono tenuti ad acquisire d'ufficio le informazioni oggetto delle dichiarazioni sostitutive di cui agli articoli 46 e 47, nonché tutti i dati e i documenti che siano in possesso delle pubbliche amministrazioni, previa indicazione, da parte dell'interessato, degli elementi indispensabili per il reperimento delle informazioni o dei dati richiesti, ovvero ad accettare la dichiarazione sostitutiva prodotta dall'interessato. (L) (Comma così sostituito dall'art. 15, comma 1, lett. c), L. 12 novembre 2011, n. 183, a decorrere dal 1° gennaio 2012. Per il differimento del predetto termine di decorrenza dell'applicazione delle disposizioni di cui al presente comma ed i relativi limiti, vedi l'art. 29, comma 9, D.L. 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla L. 24 febbraio 2012, n. 14)

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    1. Gaetà, lo so che è così, ma ci potevi fare un riassuntino:-)) Comunque secondo il DLS (Decreto Legge Superiore) 25 -12/A.I.
      Mo' viene Natale (Mo' vene Natale)
      non tengo denari (nun teng denare)
      mi fumo una pipa (me fumm 'na pippa)
      e mi vado a coricà ( e me vac' a cuccà) -voce del verbo cuccarsi coricarsi
      e a mezzanotte (e a mezanott')
      che sparano 'i botte (che sparan'e botte)
      mi metto il calzone (me mtt'o cazone)
      e vado a vedé ( e vagh' a vedé)
      La scarsezza di denaro è logicamente dovuta allo moneta di cui si parla ampiamente in questo sito.
      Quindi buon Natale a tutti e, oltre agli auguri, un pensiero di solidarietà al nostro guru impastato nella lotta alla burocrazia.

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  6. Giacché sono fresco di lettura ci metto un bel Kafkaesque.

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  7. "Tralascio il fatto che sicuramente esiste una legge della Repubblica che vieta all'amministrazione di chiedere informazioni che siano già in suo possesso…"

    Ahahaha, caspita maestro, questa sua affermazione - e lo dico da commercialista - mi ha proprio messo di buonumore, come la citazione di danilo luchetti dello "statuto del contribuente" (!) e quella di Gaetano… tutti ottimi esempi di decorazioni per carte alimentari utilizzabili da pescivendoli, ortolani, pizzicagnoli et similia per confezZionare i loro prodotti…

    Mi spiace di vederla (anzi, leggerla) incazzato, allora per tirarla un po' su di morale - a costo di rischiare l'ostracismo del KPO - le faccio in anticipo gli auguri di buon Natale:

    http://youtu.be/pqKb1OGpDjo

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  8. Ho appena finito di inserire il mio contributo in quello che nel mio EPR corrisponde al SUA-RD. Come la capisco.
    Considero l’ANVUR come una sorte di Troika della ricerca che impone forche caudine a geometria variabile sia "nel tempo che nello spazio", come da lei detto, ma comunque sempre assurde.
    In passato mi sono anche messa in testa di ribellarmi a questa troika opponendo un saldo rifiuto ad inserire informazioni già possedute dal mio Ente e dal MIUR. Basta fare il lavoro per un'amministrazione che chiede dati che ha già in doppia copia, mi sono detta.
    La mia disobbedienza (in)civile ed (in)eroica di produrre i risultati della ricerca hanno portato a un esito inatteso e deludente per me, rivoluzionaria dilettante. Dopo poco tempo nella mia pagina MIUR sono comparsi dieci prodotti (tanti ne dovevamo presentare) che non avevo immesso con relativa valutazione.
    La morale è che la Troika e sempre troika, e il vincolo esterno, se non lo rispetti, si fa rispettare da solo a tuo nome.

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  9. Io però da iGGnorante credevo che il catastrofico modello burocratico italiano fosse di derivazione napoleonica, e che quindi potesse magari risultare meno inappropriato definirlo ‘fascio-savoiardo’, stante il maggior effetto dell’influenza francese sui modelli amministrativi vigenti nell’epoca felice in cui la nota dinastia.. civilizzava i barbari del sudDE.
    Evidentemente mi sbagliavo.
    Da Boldrin c’è sempre da apprendere..

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    1. Eeeh nonnononono, napulione ciàpportato l'illminazZione della dea ragGgione, come può penZare che la burocraziabrutta sia na' robba franciosa?

      Che poi, se fosse vero (ho detto SE!) il boldrino si dovrebbe pure studiare la storia, oltre che la macroeconomia… lassem perd!

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